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Roberto Bartali

Nonostante la veste di pagina web personale, questo è un sito di ricerca storica e approfondimento dove si intende affrontare - in modo più analitico possibile - il periodo dei cosiddetti "Anni di Piombo", puntando l'indice sulla più forte formazione terroristica della storia repubblicana: le BRIGATE ROSSE, fino alla tragica fine del rapimento di Aldo Moro.

Prima di affrontare l'argomento in questione mi sia consentito fare una premessa un po' particolare. Di fatto il mio lavoro cerca di avvalorare una determinata tesi, ma fare ciò dovrebbe voler dire arrivare a dimostrare un'ipotesi di partenza facendo ricorso - all'interno di un percorso induttivo - a precise documentazioni, a delle prove certe. Ebbene, nel caso specifico, ci si imbatte (fatte salve alcune eccezioni) in un incredibile numero di indizi, di segnali talvolta tenui seppur verosimili o perfino logici, un vero labirinto di deduzioni consequenziali... ma di prove documentate e/o documentabili - per ora - se ne trovano poche, troppo poche per poter dimostrare qualcosa con un'approssimazione accettabile, per poter classificare come "storici" questi avvenimenti.

Se ci trovassimo in una sede giudiziaria potrei affermare di essere il giudice di un processo indiziario, uno di quei procedimenti ove però il colpevole è lungi dall'essere individuato al disopra di ogni ragionevole dubbio. La narrazione muove materialmente in una precisa direzione, quella di porre in evidenza, all'interno della folle avventura brigatista, i lati oscuri, i punti ove degli interventi "esterni" - mirati in una precisa direzione - appaiono se non proprio evidenti almeno fortemente sospettabili. Questo sebbene il mio personale convincimento sia che le BR sono state un fenomeno eminentemente italiano: frutto della nostra storia, di una certa cultura saldamente radicata nel nostro Paese; e la vasta aria di simpatie, di appoggi, sui quali il gruppo poteva contare sono lì a testimoniare la bontà della mia convinzione.

Leggendo il lavoro ci si accorgerà che alcune volte le "intrusioni" appaiono così palesi da far diventare il racconto perfino paradossale; mi si perdoni dunque se in alcuni punti, nonostante la tragicità degli argomenti trattati, mi è talvolta capitato di usare una forma perfino sarcastica. Domando sinceramente scusa. In fondo, però, è anche un modo per rispondere indirettamente a chi muove accuse di dietrologia a chi, come il sottoscritto, continua a studiare certi avvenimenti. È scontato dire che qualsiasi commento è ben accetto!

Roberto

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